Accogliere tutto dalle mani di Dio

4 Marzo 2019

Accogliere tutto dalle mani di Dio – Martedì della VIII settimana del Tempo Ordinario(Anno dispari)

Sir 35,1-15   Sal 49  

+ Dal Vangelo secondo Marco(Mc 10,28-31)

Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

 

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».

Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

I discepoli di Gesù e rimangono sconcertati sentendo le parole molto dure riservate ai ricchi, i quali difficilmente entrano nel Regno di Dio. Essi che erano stati abituati ad ascoltare, anche negli insegnamenti dei sacerdoti, che la ricchezza è segno della benevolenza di Dio, non riescono a comprendere bene il senso delle affermazioni del Maestro. Senza dire poi che un ricco era ammirato perché poteva permettersi generose donazioni al tempio e quindi – pensavano – aveva garantito il paradiso. Da qui la constatazione di Pietro che sottende una domanda: noi che abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito entreremo nel Regno di Dio? La risposta di Gesù ha il sapore del chiarimento, quasi che dica: state attenti, adesso vi dico le cose come stanno. Innanzitutto lo stare con Gesù non è una polizza assicurativa o un piano di accumulo per poi ricevere la pensione integrativa; si tratta di una scelta di vita basata sul rapporto personale con Lui, con il quale si condivide anche la missione di portare il vangelo cioè costruire il regno di Dio. Esso non è una realtà materiale da usare, ma trama di relazioni da vivere. Lasciare qualcosa e qualcuno per Gesù e per il vangelo significa impostare la relazione con queste realtà non in maniera possessiva. Gesù chiede di vivere il rapporto con i beni, affettivi ed effettivi, ordinandoli all’amore a Lui e alla missione di evangelizzare. Lasciare non significa abbandonare ma, da una parte, porsi in un atteggiamento tale da non farsi dominare dai beni, dall’altra, vivere i legami affettivi, il bisogno di sicurezza e calore familiare, come l’occasione per stare con Gesù e annunciare il vangelo dell’amore. Così i beni trovano il loro pieno senso e riempiono di pace coloro che accolgono con gratitudine tutto dalle mani di Dio. Quando riceviamo il bene siamo gratificati e ci si sente primi, ma nella vita riceviamo anche persecuzioni e diventiamo velocemente anche ultimi. Chi accoglie dalla mano di Dio anche il dolore, saprà trasformarlo in una ricchezza che lo riporta tra i primi nel regno di Dio. Con Gesù possiamo vivere in pace, cioè non senza agitazioni, preoccupazioni, sofferenze, ma possiamo vivere pienamente le nostre relazioni anche in un contesto in cui incontriamo forti resistenze ad amare. Agli occhi degli uomini potremo anche scivolare all’ultimo posto della scala del gradimento ma lì troveremo Cristo con il quale risalire, lui il primo dei Risorti.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!