(Con)fusione e adulazione: due tentazioni contro l’amore

23 Gennaio 2019

(Con)fusione e adulazione: due tentazioni contro l’amore– San Francesco di Sales

Eb 7,25-8,6   Sal 39

+ Dal Vangelo secondo Marco(Mc 3,7-12)

Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

 

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.

Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.

Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Nonostante la resistenza che Gesù trova nei capi religiosi, la folla lo segue e diviene sempre più popolare al punto che anche gli stranieri si mettono sulle sue tracce. La popolarità viene dal passaparola che diffonde la notizia delle molte guarigioni operate da Gesù. Tra la massa di gente c’è chi fa un cammino di fede con Gesù e chi va da lui per bisogno. Il seguito di Gesù è dunque variegato e tuttavia questa popolarità nasconde il pericolo di essere schiacciato dalla gente con le sue richieste. Gesù chiede un rifugio, non per sfuggire alla folla ma perché ci sia una distanza di sicurezza che possa garantire la sua incolumità e di portare avanti la missione di annunciare la Parola. La massa di disperati preme su Gesù con una certa aggressività che Gesù vorrebbe contenere. Ciascuno dovrebbe avere una “isola di sicurezza” quando ci si sente sotto pressione per non essere fagocitato dai problemi, dalle attese, che facilmente si possono trasformare in pretese. Lo stato di bisogno, se alimentato dalla disperazione, può trasformarsi in aggressività fino al punto di prendere con la forza ciò di cui si necessita. Chi approccia l’altro col solo intento di trovare una soluzione al problema che l’assilla più facilmente farà ricorso alla violenza facendo pressione perché ottenga quello che chiede. Tuttavia l’amore non è un bene disponibile a prescindere, un diritto da esigere, ma è un dono da accogliere. Questo vale per ogni relazione umana: l’amore non si può estorcere, lo si può solo ricevere in dono. La vita stessa non è un bene dovuto, ma un dono gratuito. Amare e farsi amare non è fondersi con l’altro, perché così ci si distrugge! L’umanità di Gesù non è apparente, perciò anche lui doveva fare i conti con le energie da dosare e la giusta distanza da prendere per non soccombere. Così ogni uomo trova in Gesù un modello di umanità che crescendo nelle responsabilità, vedendo aumentare il numero delle persone con le quali relazionarsi e la mole di problematiche da affrontare, impara a conoscersi meglio, a ritagliare spazi e tempi nei quali ricaricarsi interiormente e a discernere le strategie più adatte alle singole problematiche.

L’evangelista Marco rivela la presenza del pericolo dell’adulazione che è altra cosa rispetto all’adorazione. Infatti viene riportata un’altra tentazione sottile di Satana; si veste con i panni dell’uomo pio e religioso che si prostra in adorazione facendo ad alta voce un’ortodossa professione di fede: “Tu sei il Figlio di Dio”. Gesù intima di tacere perché riconosce l’inganno. Lo Spirito impuro è come se dicesse a Gesù: sei il Figlio di Dio quindi il tuo potere è inesauribile. L’amore non dice mai no. Questo non è vero! Amare non significa accontentare, ma mettersi al servizio degli altri, prendersi cura dei fratelli, nella misura e nel modo in cui Dio indica e che spesso non coincide con i ragionamenti e le attese umane. L’adulazione è una forma sottile di corruzione che acceca e impedisce di fare il vero bene. Gesù riconosce il tranello che Satana vorrebbe tendergli e lo smaschera intimando di tacere. Non c’è cosa peggiore che parlare o agire per compiacere e non perché si crede veramente a quello che si fa o si dice. Con gli adulatori non ci deve essere spazio di dialogo ma bisogna opporre la distanza del silenzio.

 

Signore Gesù, tu che hai chiesto la disponibilità di una barca per sfuggire al pericolo di soccombere sotto il peso della folla, aiutami a rifugiarmi in te quando sento incombere il peso delle responsabilità superiori alle mie forze. Insegnami a riconoscere e respingere i pensieri impuri che alimentano l’orgoglio e la presunzione di fare il bene senza di te, basandomi solo sulle mie forze.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!