Crea in me o Dio un cuore nuovo capace di accogliere e donare il tuo amore – Sabato della XIII settimana del Tempo Ordinario

4 Luglio 2020

Sabato della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Am 9,11-15   Sal 84  

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-17)

Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 

E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Crea in me o Dio un cuore nuovo capace di accogliere e donare il tuo amore

Gesù è la novità di Dio perché egli è lo Sposo che dà il «vino nuovo». I discepoli di Giovanni, male interpretando l’insegnamento del Battista, cercano di capire se Gesù è in linea con la tradizione o no. Essi sembrano essere in uno stato permanente di penitenza praticando il digiuno per educarsi alla disciplina e perseguendo come fine il raggiungimento di un alto rigore morale. 

La preoccupazione di conservarsi integri moralmente, o apparire tali agli occhi degli altri, e la convinzione che per custodire la tradizione basta mantenere invariata la forma con la quale si pratica la fede, sarebbe una sorta di accanimento terapeutico. Il risultato sarebbe l’allungamento dei tempi dell’agonia e l’allontanamento del momento del vero cambiamento che rinnova.

Il tempo del digiuno segue quello della festa con lo Sposo. Dio è con noi come lo Sposo che viene a prendere la sua sposa e introdurla nella sua casa. Egli viene per prenderci con sé. Noi siamo chiamati a seguirlo passo dopo passo nel suo cammino. Questo è il tempo della gioia di stare con il Signore. C’è il tempo in cui lo Sposo è ritirato nella sua stanza nuziale, nascosto allo sguardo di tutti, ma ugualmente presente. È il tempo della morte di Gesù e della sua sepoltura, evento che illumina la nostra sofferenza nella prova, perché anche se non ci sembra di vedere Dio, Egli è intimamente unito a noi.

Il digiuno è dunque l’esperienza della interiorizzazione della parola di Dio quando non è più visibilmente presente accanto a noi. La sensazione dell’assenza o della perdita ci fa percepire la sua mancanza, ma al tempo stesso il bisogno e il desiderio di lui. Il digiuno diventa allora un modo per fare delle scelte tra ciò che è essenziale e ciò che non lo è e così creare lo spazio interiore, simboleggiato dagli otri, per accogliere Gesù che non vedo nel fratello che vedo.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!