Dalla fine al fine della vita passando per il suo principio – 31 Dicembre – VII giorno fra l’ottava di Natale

31 Dicembre 2019

31 Dicembre – VII giorno fra l’ottava di Natale

1Gv 2,18-21   Sal 95  

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,1-18)

Il Verbo si fece carne

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Dalla fine al fine della vita passando per il suo principio

Potrebbe sembrare un paradosso che quando stiamo per dire la parola fine ad un anno siamo richiamati dal prologo del vangelo di Giovanni alla prima parola, o meglio diremmo alla parola prima, quella che sgorga dalla relazione tra il Padre e il Figlio. Giovanni, quasi a conclusione della sua vita redige il vangelo che ha il sapore di una testimonianza e di un testamento della propria vita. Ma quando la narrazione è terminata sente il bisogno di ricapitolarla facendo precedere il racconto da un inno attraverso il quale si compie un viaggio dal principio all’oggi. Il principio non è un inizio lontano nel tempo, ma è ciò che fa scaturire, come una sorgente, il mio presente. Dio oggi si racconta a noi attraverso le parole e le azioni di Gesù che ci permette di “vedere” il Padre. Il cammino che ogni pagina di vangelo ci fa fare è quello che va dalla fine al principio, ovvero all’origine di tutto. In quel principio fuori del tempo e dello spazio risiede la chiave di lettura del senso di tutto ciò che esiste. 

All’origine c’è il dialogo, una parola donata reciprocamente, meglio diremmo che nel dialogo ci si dona reciprocamente l’uno all’altro. La relazione che unisce le persone che compongono la Trinità è caratterizzata dal fatto che essi comunicano e si comunicano l’amore. La comunicazione non è semplice scambio di informazioni o idee, ma ciò che fa di essi una vera comunione e una autentica comunità. 

Il cosmo è il riflesso di questa comunione tra realtà diverse che, armonizzandosi, fanno vivere. L’ecosistema e ogni forma di società autenticamente umana sono espressioni di vita paragonabile ad una sinfonia o meglio ancora ad un corpo nel quale ogni membro ha la sua specificità che è a servizio del bene generale, il bene comune.

Se lo sguardo sapiente sulla creazione fa comprendere il posto che è stato assegnato a ciascuno e l’ascolto della Legge rende coscienti delle proprie responsabilità nei confronti degli altri, l’adesione a Gesù Cristo rivela il senso finale della vita. Essa è un dono che educa a farsi dono a Dio e ai fratelli. Gesù, narrando con la vita il Padre, condivide con chi lo ascolta il suo stesso sguardo di figlio di Dio e lo coinvolge nel dialogo intimo e sublime tra Lui e il Padre. 

La preghiera è il modo col quale entrare in questo circolo in cui nessuno si sente escluso, ma tutti sono avvolti dal vincolo della carità che colma le valli del pessimismo e abbassa le montagne dell’orgoglio. 

Alla fine di ogni cosa possono emergere i sensi di colpa o gli scrupoli che però altro non sono che l’altra faccia dell’orgoglio. Gesù ci richiama al principio di tutto e da qui ripartire per raggiungere il fine della vita che è vivere pienamente con Gesù da figli di Dio.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!