Dio non “cala” i segni dall’alto, ma li fa germogliare dal basso – Lunedì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

17 Febbraio 2020

Lunedì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Giac 1,1-11   Sal 118  

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,11-13) 

Perché questa generazione chiede un segno?

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. 

Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». 

Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

Dio non “cala” i segni dall’alto, ma li fa germogliare dal basso

«Si misero a discutere con Gesù». A coloro che gli chiedevano un segno dal cielo Gesù replica con il silenzio. Gesù non scende sul piano della polemica perché a lui non interessa convincere qualcuno o vincere sugli altri. Egli stesso è il segno dal cielo, ma che viene rifiutato; Dio non può dare quello che viene respinto a priori. 

Quello dei pani che ha sfamato i quattromila era un segno appena dato. Non era un miracolo “calato dall’alto” ma un segno germogliato dal basso, infatti la solidarietà e la condivisione della propria povertà è il segno più bello dell’amore di Dio. 

La traccia della sua presenza Dio la lascia nei piccoli gesti di amore, perché solo essi hanno la capacità segnare il cuore di chi è coinvolto. Ma spesso questi segni passano inosservati.

Chi reputa di essere nella ragione e non si accontenta di essere convinto delle proprie posizioni ma vuole marcare la differenza con l’altro per umiliarlo, non perde occasione polemizzare. Nella disputa gli avversari non cercano la verità, che si trova sempre nel punto d’incontro, ma la soddisfazione di sovrastare e vincere sull’altro. 

Mettere alla prova una persona significa rafforzare il pregiudizio e la diffidenza ed erigere muri d’incomunicabilità attraverso i quali al massimo ci si scambia accuse reciproche, ognuno rimanendo sulla sua posizione. 

Il dialogo si costruisce partendo dal mettere in dubbio l’assolutezza delle proprie certezze e aprendosi alla possibilità di farsi aiutare dall’altro ascoltando le sue ragioni.

Se sono tendenzialmente polemico con gli altri, quale segno di unità e comunione costruisco? Se chiudo il mio cuore ai fratelli, segno della presenza di Dio, quale aiuto di Dio potrò mai accogliere? Se rifiuto Gesù che si dona nell’Eucaristia e nella Parola, come potrò ricevere la benedizione di Dio? 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!