Il cammino del Vangelo: azione di Dio, reazione del discepolo, narrazione del testimone – Sabato della XV settimana del Tempo Ordinario

18 Luglio 2020

Sabato della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Mi 2,1-5   Sal 9   

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,14-21)

Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto.

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:

«Ecco il mio servo, che io ho scelto;

il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.

Porrò il mio spirito sopra di lui

e annuncerà alle nazioni la giustizia.

Non contesterà né griderà

né si udrà nelle piazze la sua voce.

Non spezzerà una canna già incrinata,

non spegnerà una fiamma smorta,

finché non abbia fatto trionfare la giustizia;

nel suo nome spereranno le nazioni».

Il cammino del Vangelo: azione di Dio, reazione del discepolo, narrazione del testimone

C’è chi, come i farisei, rifiutando l’invito di Gesù alla conversione, prendono le distanze da lui e chi invece lo ascolta e lo segue. I primi, refrattari alla voce di Dio che parla attraverso i profeti ma che presumono di essere gli interpreti fedeli della legge, condannano persone senza colpa, i secondi, riconoscendo di aver bisogno di salvezza, si lasciano guarire da Gesù.

Gesù non crea partiti che si contrappongono l’uno all’altro; infatti, per non essere motivo di scandalo e di ulteriore divisione, preferisce allontanarsi. Chi sceglie di seguire Gesù opta per un cammino di conversione in cui inizia a sperimentare la guarigione interiore. Si tratta del cambiamento del modo di pensare e di conseguenza anche di agire. I tempi della conversione sono lunghi e chi sceglie di seguire Gesù sperimenta da subito la consolazione del cuore. Istintivamente si sarebbe portati a passare subito alla fase del fare, del testimoniare, del raccontare agli altri quello che di bello si è sperimentato e si sta vivendo. Gesù sembra frenare questo iniziale entusiasmo per riportare i discepoli nel solco dell’azione pedagogica di Dio che alle parole preferisce l’eloquenza silenziosa delle opere di misericordia. 

Nel cammino di conversione il primato spetta all’azione di Dio a cui segue la reazione dell’uomo e infine la sua narrazione. Vana e controproducente sarebbe quella predicazione che non nasce dalla relazione con Dio che, usando misericordia, ci guarisce e dalla relazione fraterna intessuta di misericordia donata reciprocamente. 

Senza l’esperienza della misericordia, ricevuta e offerta, la cui caratteristica è la discrezione e l’intimità, la predicazione si trasforma in provocazione moralistica che, invece di favorire la comunione, crea divisione e contrapposizione. Se il cammino di conversione è seguito fedelmente dietro Gesù, senza fughe in avanti che finiscono inevitabilmente per causare rovinose cadute con annesse battute d’arresto, la narrazione non sarà fatta tanto di parole come se fosse una cronaca, ma sarà offerta mediante le opere di carità attraverso le quali l’azione misericordiosa di Dio diventa attuale anche per i lontani, come i raggi del sole lambiscono anche le terre più remote.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore.