Il Regno dei Cieli è ascolto, trasformazione del cuore, partecipazione

15 Ottobre 2017

Il Regno dei cieli è quella realtà terrena che ognuno di noi sperimenta quando viene raggiunto dall’annuncio e dall’invito di Dio a partecipare alla festa che egli prepara per condividere la gioia della comunione. Ogni alba è annuncio della generosa amorevolezza di Dio che ci raggiunge personalmente, ma non individualmente, nel senso che ogni dono che il Signore ci offre è sempre per la realizzazione della comunione tra noi suoi figli. Nella parabola i primi invitati rifiutano di far parte del banchetto perchè sono troppo presi dai loro affari, dai loro interessi egoistici. Sono chiusi nel loro egoismo che si trasforma anche in aggressività (spesso verbale, ma non meno dannosa) che mortifica coloro che sono inviati per essere messaggeri di pace e di comunione e che invece sono tacciati di essere di parte (solo perchè non sono accondiscendenti alle sterili critiche). La Parola di Dio ci raggiunge in tantissimi modi non solo per rivelarci la magnanimità di Dio che fa precedere il suo dono rispetto ai nostri meriti, ma ci invita anche ad assimilare il suo dono, il suo amore per essere trasfigurati, diventare veramente immagine e somiglianza sua, presenza viva della sua Carità. I servi sono inviati ai crocicchi delle strade, lì dove finiscono le strade urbane dritte e asfaltate e iniziano i sentieri irregolari e dissestati. Sono le periferie abitate dalle persone che per loro scelta e/o per giudizio altrui sono ai margini, allontanati. Anche ad essi è rivolto l’invito, è annunciata la Parola. Non detto loro cosa devono fare per guadagnarsi il biglietto d’ingresso alla festa, quanto devono pagare per partecipare al banchetto; è annunciato loro il desiderio del Signore di condividere la sua vita, il desiderio di abitare con noi e noi con lui. All’ingresso non si esibisce un ticket ma ci si lascia spogliare degli abiti vecchi per lasciarsi rivestire dell’abito della festa, cioè di pensieri e sentimenti che sono propri di Dio. Non è la curiosità che ci fa rimanere nella comunione e nella comunità, non è neanche l’essere “compresi”, accolti, curati; ma è la disponibilità a lasciarci cambiare il cuore perchè i ragionamenti che ci impediscono di relazionarci con amore, cedano il posto a pensieri e propositi che invece indirizzano il nostro cuore a cercare il fratello per donargli amorevolezza e condividere con lui la gioia di vivere insieme.

Buona domenica a tutti!