Il Vangelo è potenza di Dio per chiunque crede – SAN MARCO

25 Aprile 2020

SAN MARCO

1Pt 5,5-14   Sal 88  

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,15-20)

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Il Vangelo è potenza di Dio per chiunque crede

Nel vangelo di Marco l’immagine della via riveste un ruolo centrale. Sin dall’inizio si parla della «via del Signore» che il messaggero invita a preparare, intendendo esortare alla conversione così da farsi trovare pronti all’incontro con Dio. Il cuore del vangelo predicato da Gesù è l’annuncio: «Il tempo è compiuto, il Regno di Dio si è fatto prossimo, convertitevi e credete nel vangelo». Gesù, operando le guarigioni, ha mostrato quale fosse la proposta di vita che Dio fa all’uomo. Egli è venuto a chiamare i peccatori perché si salvino. È una proposta rivolta a tutti come il seminatore sparge il seme ovunque. La parola di Gesù, se ascoltata e interiorizzata, libera dalla schiavitù del peccato, guarisce da ogni forma di infermità che debilita, che blocca, che disumanizza. Chi crede nel vangelo non impara una dottrina filosofica ma accetta di intraprendere un itinerario di conformazione a Gesù. Avviene anche per il discepolo una graduale trasfigurazione per la quale la sua umanità, cioè la vita quotidiana quale intreccio di relazioni, diventa trasparenza del volto di Dio. L’intimità con Gesù non significa ripiegamento su sé stessi o chiusura in circoli ristretti. La via sulla quale si cammina con Gesù è fatta di tappe attraverso le quali è richiesto di passare con Lui sempre verso un’altra riva per andare sempre verso un oltre. Per raggiungere la meta a cui tende il cammino di Gesù e dei suoi discepoli è necessario spogliarsi gradualmente di sé per farsi rivestire da Dio. La spogliazione e il rivestimento sono simboli del battesimo, sia quello di Gesù sulla croce, sia quello del discepolo quando vive la sofferenza innocente. L’esperienza del rifiuto e del fallimento non sono la prova della condanna di Dio ma la conferma della via attraverso la quale il discepolo, come Gesù, è rivestito della dignità di Figlio di Dio e, con essa, riceve l’autorità sugli spiriti impuri e il potere di guarire mediante il perdono. 

L’annuncio del vangelo proclamato dagli apostoli sarà accolto da alcuni e rifiutato da altri, come è avvenuto nella storia di Gesù. La non accoglienza del vangelo non deve tradursi in scoraggiamento e senso di fallimento. Gli apostoli sono chiamati ancora a credere nel vangelo che proclamano perché chi crede manifesta in sé stesso la bellezza di Dio, il suo splendore e la sua gloria. Essi, soprattutto nei momenti più difficili, non devono sentirsi soli, perché Gesù ha assicurato la permanente presenza accanto a loro. L’opera pastorale della Chiesa è la continuazione nel tempo di quella del suo Signore. La Parola del Vangelo non rimane il racconto di un fatto lontano nel tempo ma diventa storia contemporanea di salvezza, esperienza personale di guarigione e rinascita.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!