La carità non è rogo che divora ma fuoco che accende la speranza – Giovedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario

24 Ottobre 2019

Giovedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Rm 6,19-23   Sal 1   

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,49-53)

Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 

«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

La carità non è rogo che divora ma fuoco che accende la speranza

Il battesimo che attende Gesù è il momento della morte cruenta e violenta sulla croce, con la paura che essa comporta. Gesù vive l’attesa con un forte coinvolgimento emotivo perché è in gioco la sua missione e la salvezza dell’uomo.

Il fuoco che Gesù è chiamato a gettare sulla terra si dovrà accendere necessariamente attraverso la passione, cioè l’immersione nel dolore del mondo. Gesù viene nel mondo sconvolto ovunque dal caos delle lotte tra persone motivate da futilissimi motivi. 

Il battesimo di sangue fa di Gesù non un semplice giudice di pace che fa da mediatore tra parti avverse e le convince a trovare un accordo. Egli diventa il “giudice dei vivi e dei morti” perché dalla croce fa scaturire come un fiume in piena lo Spirito Santo che è il fuoco della passione di Dio. 

Il fatto che il Signore ci doni il fuoco della Carità non è detto che effettivamente essa si accenda in noi e divampi incendiando di amore ogni aspetto della vita. Gesù sa quanti tentativi il Padre ha fatto perché la fede si accendesse nel cuore dell’uomo, attraverso gli interventi dei profeti e gli innumerevoli doni che Egli stesso ha fatto nella storia. Gesù sembrerebbe dire: sarebbe stata una cosa bella se tutti gli uomini si fossero convertiti all’amore di Dio dopo aver ascoltato la sua parola e visto le sue meraviglie. Ma purtroppo non è così! 

Dio non si arrende alla caparbietà dell’uomo. Tuttavia, chiarisce che egli è misericordioso, ma tale misericordia non va fraintesa come cedimento alla logica dell’accontentare o del cercare di mettere tutti d’accordo. 

Anzi, la croce, strumento nel quale Dio entra nella vita dei singoli e nelle famiglie, diventa motivo di divisione e contrapposizione. Chi si avvicina a Dio e permette a Lui di entrare nella propria vita per ricevere un “cuore nuovo” deve mettere in conto il fatto di trovare forti opposizioni tra le persone a lui più vicine. 

D’altronde Gesù stesso ha trovato la prima opposizione proprio all’interno del suo nucleo familiare. 

Il discepolo di Cristo che abbraccia la stessa croce di Gesù non giudica gli avversari che lo accusano anche di cose ingiuste, ma con l’aiuto della preghiera, nella quale fa parlare dentro di sé lo Spirito Santo, difende la fede che lo abita non con le armi che offendono, ma con amorevolezza. 

Pietro nella sua prima lettera incoraggia i cristiani, vittima della calunnia e di attacchi ingiuriosi che minano la loro credibilità e che sono una minaccia per la loro fedeltà al vangelo, ad alimentare con l’adorazione il fuoco d’amore per Dio in modo da essere “ferventi nel bene” e così “rendere ragione della speranza” che è in loro. Ascoltiamo le parole dell’Apostolo Pietro: “… chi potrà farvi del male, se sarete ferventi nel bene? Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia, questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito” (1Pt 3,13-18).

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!