La Chiesa senza paura di contaminarsi col mondo lo deve contagiare di Carità – Giovedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

30 Gennaio 2020

Giovedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

2Sam 7,18-19.24-29   Sal 131  

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,21-25)

La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

La Chiesa senza paura di contaminarsi col mondo lo deve contagiare di Carità

La metafora della lampada, che deve essere posta sul candelabro e non nascosta sotto il moggio o il letto, serve a chiarire a coloro che stanno seduti attorno a Gesù che la relazione con Lui non può essere qualcosa d’intimistico e di chiuso. La comunità che ha in mente Gesù non ha nulla a che fare con circoli o sette segrete che si riuniscono di nascosto e che coltivano interessi misteriosi. 

Il Regno di Dio è una realtà luminosa e di ampio respiro e chi ne fa parte deve abbandonare la mentalità protettiva o difensiva. La fede è la luce che Dio ha acceso in noi; essa non va nascosta per proteggerla, ma va fatta crescere e va condivisa con gli altri. 

La paura di «contaminarsi» con l’altro diverso da sé porta a chiudersi in strutture protette che non fanno crescere la Parola di Dio ma la soffocano. Il cristiano deve «uscire» come il seminatore per «contagiare» con il vangelo il mondo, così com’è. La fede va dunque manifestata perché possa essere come la lampada posta in alto sul candelabro. 

La Parola di Dio ascoltata, meditata e pregata è come il seme che viene gettato nel terreno dove rimane nascosto fin quando non diventa una pianta che porta frutto. La Parola di Dio non può «rimanere» nel segreto del cuore, non può essere solo oggetto di meditazione ma deve essere manifestata attraverso scelte di amore e parole e gesti che portano luce di gioia al mondo. 

Quanto grande sarà la misura della carità, con la quale la fede si manifesta come dono per gli altri, tanto abbondante sarà anche la grazia di Dio. Chi invece vivrà la sua appartenenza alla comunità cristiana come qualcosa di utilitaristico e interessato si renderà più esposto all’azione di satana che ruba la vita che Dio ha generosamente e gratuitamente donato.  

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!