La conversione è la festa dei piccoli- Sabato dopo le Ceneri

29 Febbraio 2020

Sabato dopo le Ceneri

Is 58,9-14   Sal 85  

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,27-32)

Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.

Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

La conversione è la festa dei piccoli

La parola di Gesù ha una forza attrattiva tale che chi si lascia coinvolgere da Lui sente dentro di sé una gioia incontenibile. Seguire Gesù non significa separarsi dagli altri ma condividere la vita con i fratelli. Ciò che ci divide e ci contrappone è l’avidità e l’attaccamento alle ricchezze che tentiamo di nascondere dietro l’apparenza di una falsa religiosità o la correttezza formale. 

I farisei e gli scribi si scandalizzano del fatto che uomini che si dicono rispettosi della legge spartiscono il pane con i peccatori pubblici. Essi non comprendono che proprio il loro comportamento è scandaloso perché sottolineare le differenze significa allargare il divario che separa gli uni dagli altri. 

Il clima di festa è rovinato dai lamentatori seriali, cioè da quelli che non sanno cosa è la gioia perché sistematicamente rifiutano l’amore loro offerto. Levi, al contrario, ha accolto con gioia l’invito di Gesù perché, prima ancora che dalla parola di Gesù, è stato raggiunto dal suo sguardo d’amore. 

La mormorazione è l’inutile tentativo di giustificare e nascondere la tristezza profonda che si porta nel cuore cercando di abbassare gli altri al di sotto del proprio livello. 

Domandiamoci se attraverso un eccessivo spirito critico e una lamentazione continua non rischiamo di spegnere la gioia che Dio ha posto nel cuore nostro e dei nostri fratelli. Riconosciamoci anche noi malati e peccatori, ma non per piangerci addosso e per portare gli altri al nostro livello, se non addirittura ancora più in basso, attraverso la critica senza carità, ma per essere pronti ad essere abbracciati dalla misericordia di Dio ed essere da Lui risollevati. Segno di vera conversione è la gioia che si prova nel fare festa con gli amici recuperati grazie al perdono e alla riconciliazione.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!