La disgrazia è sfruttare e non fruttificare – Sabato della XXIX settimana del Tempo Ordinario

26 Ottobre 2019

Sabato della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Rm 8,1-11   Sal 23 

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,1-9)

Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

La disgrazia è sfruttare e non fruttificare

Due notizie di cronaca, accomunate dalla morte improvvisa e cruenta, sono l’occasione per Gesù di chiarire il fatto che la disgrazia non è una punizione di Dio, ma è il rifiuto che l’uomo oppone a Dio. 

La conversione significa trasformazione della mente per coltivare gli stessi pensieri di Dio e tradurli in scelte concrete. L’esempio dell’albero di fichi spiega con chiarezza l’avvertimento di Gesù. 

La vera disgrazia non è morire improvvisamente e in modo violento, ma non vivere la vita. Essa è vissuta veramente nella misura in cui cresce e si sviluppa la relazione con Dio e con gli altri. 

La vita dell’uomo diventa inutile tanto quanto quella di un albero che prende le sostanze del terreno, diremmo che lo sfrutta senza che porti frutti. 

L’uomo disgraziato è quello che sfrutta e non fruttifica. Come un albero che fruttifica è vivo, così è l’uomo che, percorrendo un cammino continuo di conversione, diviene sempre più vivo e più fecondo. 

La grazia di Dio non serve tanto a soddisfare i bisogni vitali, quanto invece a renderci vivi perché portatori di frutti di bene. I doni dello Spirito Santo sono elargiti con abbondanza e gratuitamente perché l’uomo li faccia fruttificare nelle sue opere. 

Il tempo che viviamo è un dono da far fruttificare non da sfruttare. Il tempo della vita terrena è il tempo della conversione nella misura in cui cresciamo nella relazione d’amore con Dio e con i fratelli.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!