La fede che fa la differenza – Martedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

4 Febbraio 2020

Martedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

2Sam 18,9-10.14.24-25.30;19,1-4   Sal 85  

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 5,21-43)

Fanciulla, io ti dico: Alzati!

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 

Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

La fede che fa la differenza

«Figlia, la tua fede ti ha salvata». La donna, che da dodici anni lottava contro una malattia che l’aveva condannata all’isolamento e alla povertà, è mossa non dalla disperazione ma dalla speranza che il contatto con Gesù possa salvarla. Dopo aver ricorso ai rimedi umani senza successo, ha l’opportunità di giocarsi forse l’ultima carta che ha a disposizione. Cerca il contatto con Gesù in mezzo alla folla, ma al contrario di essa non gli si stringe attorno, ma gli sta dietro con umiltà perché non vuole rallentare la corsa contro il tempo per andare a salvare un’altra vita. Anche lei è in cammino verso la casa di Giàiro e, senza interromperlo, coglie l’occasione per entrare in contatto con Gesù toccandogli il mantello. In quel medesimo istante avviene la guarigione della donna che lei avverte distintamente. Insieme al flusso di sangue però si blocca anche il corteo perché Gesù, sentendo la forza uscita dal suo corpo si ferma per incrociare lo sguardo di chi è stato sanato. 

La donna, pur essendo in mezzo alla folla si distingue da essa e Gesù si ferma perché la differenza sia notata: la differenza la fa la fede. Quante persone della folla hanno un problema e aspettano che Dio intervenga. La fede della donna, pur nella sua umiltà, è dinamica perché cerca la relazione non ideale ma un contatto reale nel rispetto della libertà e dei bisogni degli altri. La donna che non voleva farsi notare per rispetto a Gesù e a Giàiro, che era in ansia per la figliuola, viene cercata e chiamata a venire alla luce testimoniando la verità. 

Gesù si ferma perché vuole che la donna, sebbene guarita, esca dall’ anonimità e dal silenzio e viva con lui un incontro pubblico tale che le restituisca la dignità di persona capace di essere in relazione. 

Agli occhi dei discepoli, e forse anche di Giàiro, Gesù sembra stia perdendo tempo prezioso perché c’è un’urgenza. Eppure, l’atteggiamento di Gesù ci insegna che la priorità va data alla relazione personale perché essa salva veramente. Non bastava che la donna avesse compiuto un gesto di fede «privato» perché, per quanto sono importanti i momenti di preghiera personali e gli atti di carità nel segreto essi possono essere poggiati sul volontarismo senza che ci sia un vero incontro. La parola di Gesù rivela alla donna ciò che essa non avrebbe potuto immaginare da sola. La fede in lei ha operato un vero cambiamento che non può essere solo oggetto di stupore e gratitudine, ma deve essere la base per riprendere il cammino nella pace. 

È il cammino che deve riprendere Giàiro insieme con Gesù senza timore della sofferenza e della morte, ma custodendo la fede in Gesù che salva non dalla morte, evitando che essa bussi alla nostra porta, ma attraverso di essa. Mantenere la fede significa seguire Gesù fin dentro il mistero della morte per contemplare la potenza del suo amore che è capace di risollevare chi è caduto in essa per riprendere il cammino sulla via della pace: «Subito la fanciulla si alzò e camminava». 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!