La fede vera attrae verso Cristo – Santa Scolastica

10 Febbraio 2020

Santa Scolastica

1Re 8,1-7.9-13   Sal 131   

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,53-56)

Quanti lo toccavano venivano salvati.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. 

Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. 

E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

La fede vera attrae verso Cristo

«La gente subito lo riconobbe». Gli apostoli che già da tempo erano con lui al vederlo camminare sulle acque in tempesta si fanno prendere dalla paura e gridano perché credono di vedere un fantasma. Al vederlo erano rimasti sconvolti e non lo avevano riconosciuto. La folla invece lo riconosce scendendo dalla barca e gli si avvicina insieme con i loro malati che avevano portato addirittura in barella.

La gente intravede nel volto di Gesù l’amorevolezza di Dio che si prende cura di tutti, ma soprattutto dei più poveri. La malattia e la sofferenza da una parte possono indurire il cuore al punto di chiudersi a riccio rifiutando aiuto e consolazione, oppure attivano un meccanismo di ricerca di senso al dolore che si vive. La gente che accorre da Gesù non nasconde la sofferenza con vergogna, né diventa fredda, spigolosa o intrattabile ma è attratta da una speranza di vita e salvezza. 

La vera malattia inguaribile è quella di chi, vinto dalla rassegnazione, non cerca, non desidera, non si dà da fare, non si apre all’incontro con Dio. 

Gesù passa e attraversa le nostre strade e assume il volto di chi incontriamo tutti i giorni, di chi incrociamo negli ambienti che frequentiamo, di chi ci sta accanto quotidianamente a casa o a lavoro. 

La salvezza di qualsiasi relazione umana, sia essa di amicizia, di parentela, di lavoro, di ministero o familiare, dipende dal modo delicato, rispettoso, carico di speranza, impreziosito dalla stima, arricchito dalla premura e dalla gentilezza di «toccare» l’altro con lo sguardo, con la parola e con i gesti.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!