Parrocchia Mater Ecclesiae … lavori in corso per costruire il Regno di Dio

L’8 ottobre del 2011 iniziavo ufficialmente il mio servizio pastorale nella Parrocchia Mater Ecclesiae di Bernalda; in quell’occasione preparai un’immaginetta nella quale era raffigurato un agricoltore che continua ad arare con un mulo un campo che già in parte era stato preparato per la semina. L’immagine era accompagnata da due citazioni paoline che tratteggiano le linee guida del mio ministero di parroco: “Dio fa crescere … siamo collaboratori di Dio e voi siete il campo di Dio” (1Cor 3,9), “Dio Padre ha dato ad alcuni di essere apostoli, … ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo” (Ef 4, 11-12). Sin dal primo momento in cui Mons. Ligorio, l’allora Arcivescovo di Mater-Irsina, mi chiese di assumere la guida pastorale di questa bella comunità bernaldese, ho avuto la consapevolezza di dire il sì a Dio e alla comunità che Lui stesso mi affidava, nel rispetto e nella continuità della formidabile opera compiuta per più di quarant’anni dall’indimenticabile Mons. Mimì D’Elia. In questi sei anni ho cercato di inserirmi nella tradizione di questa parrocchia che ha sempre camminato secondo le linee pastorali della Chiesa cattolica, espresse nei documenti conciliari, in quelli della CEI e della Diocesi, recependo e incarnandone i principi e le indicazioni. Nella linea della continuità ho portato avanti l’impostazione pastorale che puntava molto sulla formazione spirituale e umana della persona attraverso esperienze di incontro personale con il Signore, nella preghiera, nella carità e nell’ espressione associativa della comunità ecclesiale.Mi ritorna spesso in mente, quasi come un monito, l’espressione che a volte usava don Mimì: “quann amma parlà di Gies’ Crist?”. Centrale è stato dunque in questi anni e lo è tuttora l’impegno a porre Gesù al centro di ogni esperienza perché Lo si possa conoscere, gustare, amare e celebrare. Un ruolo fondamentale nella vita della parrocchia lo svolge l’incontro con la Parola di Dio; all’omelia quotidiana e alla lettura della Bibbia del giovedì mattina si è aggiunta la lectio divina sul vangelo della domenica successiva il martedì sera. L’intento è quello di svolgere per tutta la settimana il percorso della lettura orante della Parola di Dio della domenica, affidando a ciascuno il compito della meditazione e contemplazione. Nella chiesetta di San Donato, da pochi anni restaurata e riaperta al culto, dall’8 dicembre 2014 il Santissimo Sacramento è sempre esposto per l’adorazione perpetua garantita da persone che si alternano giorno e notte. In questo contesto di preghiera silenziosa ognuno  può cogliere l’occasione per entrare in dialogo intimo con il Signore. Spesso avviene che grazie al silenzio interiore si riesce finalmente a fare spazio a Dio per ascoltare la sua voce che consola, incoraggia, esorta. Solo davanti a Lui possiamo conoscere veramente noi stessi, le nostre zone d’ombra e i punti di forza su cui fare leva per riprendere in mano la vita e indirizzarla sulla via dell’amore e della giustizia. L’incontro personale con Dio, direi “faccia a faccia”, motiva e conferisce la forma missionaria al servizio che si vive in parrocchia, la cui finalità è solamente quella di contagiare chiunque s’incontra della stessa gioia del vangelo. Essere Chiesa “in uscita” significa vivere l’essere cristiano in famiglia, a scuola, in parrocchia, al lavoro, nei contesti sportivi, associativi, politici e sociali, non semplicemente facendo qualcosa per realizzarsi in maniera autoreferenziale e autosufficiente, ma per costruire il bene comune, cioè le condizioni per le quali ognuno realizza se stesso come persona in relazione con l’altra nella comunione. Si tratta di uscire dal sé autocentrato per convertirsi alla relazione di amore verso l’Altro da me. In questa direzione si muove il Laboratorio per il Bene Comune, che punta a valorizzare le risorse umane, storiche e naturalistiche che il nostro territorio offre. La conversione richiesta dalla vita consiste in un continuo passaggio dall’interpretarla come una serie di prestazioni a costruirla attraverso relazioni che ci formano come Corpo di Cristo. In questo senso si indirizzano le iniziative formative rivolte agli operatori pastorali “Formati x formare” e il “Laboratorio di genitorialità”. La vita parrocchiale è animata fondamentalmente da due esperienze associative, quelle dell’Azione Cattolica e dello scoutismo AGESCI e MASCI. Molta attenzione è posta alla formazione spirituale e umana degli educatori, ai quali è affidato l’ambizioso compito di evangelizzare con gli strumenti e lo stile che è proprio di ciascuna di esse. Il servizio gratuito e generoso, svolto nell’ambito specifico delle attività parrocchiali e in altri ambiti sociali, è la cartina tornasole che indica la maturazione come persona cristiana responsabile. La catechesi, sia quella dell’iniziazione cristiana, sia quella degli adulti, è dunque impostata avendo di mira non il “conseguimento” delle tappe sacramentali, ma puntando sull’obbiettivo di formare alla vita cristiana, la cui caratteristica fondamentale è la scelta del prendersi cura di sé e degli altri, come fa Dio con noi; questo è il fine dei cammini di evangelizzazione proposte ai fidanzati nel percorso di preparazione prossima al matrimonio (circa 20 incontri settimanali) e quello offerto ai genitori e padrino e madrina dei battezzandi. Pertanto il collegio catechistico, formato da una quarantina di catechisti, si incontra quindicinalmente per la formazione e la programmazione. Anche il cammino catechetico del gruppo famiglie e dei fidanzati è impostato perché ciascuno possa essere sempre in contatto con sé, ascoltarsi per ascoltare l’altro, maturare la consapevolezza della propria dignità e della vocazione e realizzarla giorno per giorno attraverso uno stile di vita che favorisca la comunione. La liturgia, luogo teologico dell’incontro con il Signore, è curata dal gruppo liturgico che è composto dai lettori, ministranti, animatori del canto e organisti. Per loro è riservato un incontro mensile per entrare negli eventi salvifici che celebriamo nell’anno liturgico. Degna di menzione è l’esperienza musicale, sia in ambito liturgico che in quello profano, operata dal Coro Polifonico Alleluia, fondato da don Mimì e che attualmente, costituitosi anche in associazione, conta circa trentacinque coristi adulti non professionisti. All’ombra della parrocchia opera anche la compagnia teatrale “La Farsa”. Si stanno compiendo così i primi passi per porre le basi del progetto  “Pandokeion, la casa di tutti in cui tutti sono di casa”, che si presenta come lo sviluppo e l’implementazione della missione dell’ Associazione Casa Santa Marta. Proprio in questa casa, in cui ha anche sede la Caritas inter-parrocchiale, si stanno ospitando attualmente sei uomini che non hanno una fissa dimora. Il principio ispiratore è l’inclusione, soprattutto di chi è ai crocicchi delle strade, cioè in quei luoghi esistenziali in cui le strade urbane asfaltate e regolari s’incrociano con quelle di campagna spesso irregolari, polverose, dissestate. Il progetto prevede uno spazio (biblioteca, ludoteca, cineteca, mensa) in cui svolgere delle attività (lettura, confronto, gioco, aiuto nello studio) finalizzate a valorizzare la socializzazione di anziani soli e ancora autosufficienti, giovani e adulti in difficoltà che spesso vivono emarginati. La mensa, con i laboratori di cucina solidale, sarebbe anche un’occasione di condivisione e umanità. A questo si aggiunge il “centro ti ascolto”, sportello attraverso il quale aiutare la persona a conoscersi, amarsi, per determinarsi nel bene.

In brevi battute ho voluto descrivere quello che Lo Spirito Santo chiede alla nostra Chiesa e quello che sta operando per e attraverso di essa.