Oggi è il tempo del cambiamento – Martedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

26 Novembre 2019

Martedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Dn 2,31-45   Dn 3  

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,5-11)

Non sarà lasciata pietra su pietra

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 

Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Oggi è il tempo del cambiamento

Il tempio di Gerusalemme era il vanto d’Israele perché era il segno della sua (presunta) rinascita. Il re Erode si era guadagnato la fiducia degli imperatori romani riuscendo ad adattarsi ai mutamenti di scenari politici soggetti ai giochi di potere. Pur non essendo un ebreo decise di riedificare il tempio dopo la distruzione di quello fatto costruire da Salomone. In realtà negli anni successivi all’esilio il tempio fu costruito una seconda volta ma senza la ricchezza del precedente.  Anche questo, pur non essendo stato demolito, subì gli oltraggi di Antioco IV Epifane che lo profanò facendolo diventare un tempio pagano. Al tempo dei Maccabei fu purificato e riconsacrato al culto a Yahaweh. Il tempio nella storia ha subito tante trasformazioni quante sono state le crisi che l’hanno ferito. Le vicende del tempio narrano anche le vicissitudini d’Israele che nella sua storia annovera pesanti sconfitte ma anche molti interventi divini per salvarlo. 

Gesù non sta rivelando nulla di misterioso, ma sta affermando un dato di fatto, diremmo una costante di questo mondo. Il prodotto dell’opera dell’uomo, fosse anche bellissimo, è destinato a finire, a consumarsi. Non serve sapere quando questo avverrà e quale segno avvertirà dell’arrivo dell’ora. In realtà questo avviene in ogni momento. Il mondo vecchio basato sull’apparire, il possedere, l’accumulare porta in sé la data di scadenza. 

Già ora è il tempo del cambiamento e della trasformazione, oggi è il tempo del crollo delle false utopie, delle profezie menzoniere, delle strutture di potere a danno dei più deboli. È il tempo in cui è offerta la possibilità di ricominciare a vivere non inseguendo il trend del momento, ma partecipando con Gesù alla sua morte per rivivere con Lui nella vita eterna. 

A coloro che apprezzano e lodano la mano dell’uomo capace di fare opere d’arte, ma anche operare gravi disastri, Gesù sembra indicare la mano invisibile di Dio, che abbatte i superbi, distrugge le loro fragili opere e rialza i poveri per farli sedere sul suo trono di gloria. La mano di Dio si riconosce nella bellezza di chi si lascia edificare dal Signore come sua dimora per sempre. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!