“Ora è il tempo opportuno, ora è il giorno della salvezza” – Venerdì della XXIX settimana del Tempo Ordinario

25 Ottobre 2019

Venerdì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Rm 7,18-25   Sal 118   

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,54-59)

Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: 

«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?

Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

“Ora è il tempo opportuno, ora è il giorno della salvezza”

Osservando la natura, l’uomo riesce a cogliere quella legge non scritta che regola i fenomeni della terra e del cielo e sa adattarsi ad essi. Gli eventi sono sempre preannunciati da alcuni segni riconosciuti solamente dalle persone attente e vigilanti. 

Ormai tutti noi siamo legati alle previsioni, siano esse quelle del tempo o del traffico, alle quali prestiamo attenzione prima di mettere in atto un’iniziativa o compiere un viaggio. 

Il discernimento sulle scelte della vita, soprattutto quelle che imprimono una direzione precisa, va fatto innanzitutto considerando il tempo presente con i suoi segni. A volte potremmo cedere alla nostalgia dei tempi passati o proiettarci in un futuro troppo lontano e troppo ideale. 

Le scelte della vita devono essere fatte a piccoli passi, senza indebiti salti, partendo però sempre dal terreno del presente, cioè da quello che si è oggi.

Gesù ha ricordato poco prima che abbracciare la fede significa anche mettere in conto i conflitti con le persone più vicine, quelle che crediamo debbano comprenderci naturalmente, quasi al volo, o con le quali siamo certi non ci sarà mai motivo di scontro. Tuttavia, è esperienza comune che in ogni relazione, passata la fase dell’entusiasmo, arrivano i momenti di crisi. 

Si scopre che il compagno o la compagna, quella persona con la quale si condivide il “pane” dell’affetto familiare, della fatica del lavoro, del tempo libero, delle gioie e dei dolori, ci appare come “avversario” perché diversa, o addirittura opposta, a quella che abbiamo visto o voluto vedere in lui.

I segni di una chiara diversità tra persone e distinzione di punti di vista devono essere riconosciuti come altrettante occasioni nelle quali venirsi incontro reciprocamente ascoltandosi, senza giudicare, e insieme guardare a Gesù come unico modello. 

Gesù si fa nostro compagno di strada anche se i nostri peccati ci pongono nei confronti di Dio come degli avversari. Anche lui lo è nella misura in cui li denuncia davanti alla nostra coscienza; non lo fa per ottenere la giusta punizione, ma perché, davanti alla croce, supremo tribunale dell’amore, possiamo riconoscere che il traguardo della vita è la comunione d’amore con Dio e tra di noi. 

Quando, dunque ascoltiamo “la voce del Signore”, che parla anche attraverso il nostro avversario, non induriamo il cuore, blindandolo con i pregiudizi, ma lasciamoci riconciliare con Cristo, perché “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” (2Cor 6,2).

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!