Io penso positivo perchè son Vivo…

28 Gennaio 2018

IV Domenica del Tempo Ordinario

L’evangelista Giovanni a conclusione del prologo del suo vangelo afferma che se la Legge ci fu data per mezzo di Mosè, Gesù dona all’uomo la Verità, perchè attraverso di Lui noi possiamo incontrare Dio, che nessuno ha mai visto (Cf Gv 1, 17-18). Quello che siamo soliti chiamare Legge è la Torah che dovremmo tradurre più letteralmente dall’ebraico con Insegnamento. Nella pagina del vangelo si questa domenica Marco riferisce del primo insegnamento pubblico nella Sinagoga di Cafarnao tenuto da Gesù nel contesto liturgico del sabato quando gli ebrei si riuniscono (da cui synagoge, riunirsi) attorno alla parola di Dio. Di solito nella liturgia sinagogale era prevista la lettura di alcuni brani della Scrittura e poi qualcuno teneva l’omelia che di solito consisteva nel riportare l’interpretazione di quello o di quell’altro rabbino che aveva espresso la sua idea circa quella pagina del testo sacro. Per ben due volte si dice dice che l’insegnamento di Gesù era espresso con autorità, cioè con efficacia. Se da una parte si sottolinea che l’insegnamento di Gesù è diverso da quello degli scribi e dei farisei, dall’altro si riconosce con stupore che ha un effetto liberante e sanante. tra il primo e il secondo riconoscimento l’evangelista narra l’episodio dello scontro in sinagoga con gli spiriti impuri che vengono messi a tacere e cacciati.
In realtà quello che accade in quella sinagoga può accadere in ogni cuore che incontra la Parola di Dio. L’uomo che siede nella sinagoga è colui che sa e sa fare, ma che ha difficoltà a saper essere, sopratutto essere in relazione. L’uomo può conoscere, scoprire, inventare, realizzare ma rimanere animale se non si apre alla relazione con l’Altro da sè. La Parola di Dio è autorevole perchè ci fa più uomini perchè ci crea come persone che sono in relazione d’amore l’uno per l’altro. Marco poco prima (il vangelo di Domenica scorsa) aveva presentato l’insegnamento di Gesù, il suo vangelo: Oggi è l’occasione propizia da cogliere per accogliere Dio che viene a salvarci. Il Vangelo non è un sistema di pensiero o un codice di norme di comportamento, ma un evento nel quale Dio mette un limite al male dentro di noi per far emergere il bene, mette un argine ai pensieri negativi per fare spazio a quelli positivi. L’incontro con il Vangelo (Gesù) è descritto da Marco. Quell’uomo che era nella sinangoga a sentire le parole su Dio e che se ne stava silenzioso e al posto suo, improvvisamente scatta e aggredisce Gesù verbalmente accusandolo di volerlo rovinare. Quell’uomo sà chi è Gesù! La sua conoscenza è esatta ma formale, conosce la verità su Gesù, ma non la verità di Gesù, cioè chi Gesù è per lui, perchè è imprigionato dalla forza dei pensieri giudicanti che come un muro impediscono la vera conoscenza che è l’intimità, la condivisione della interiorità. Gesù intima il silenzio e l’allontanamento. La sua parola è decisa, ferma, ma non violenta o aggressiva. Il Vangelo svela quei pensieri falsi su Dio e sugli altri perchè giudicanti a partire dalle paure, dalla rabbia o dalla tristezza la cui responsabilità pensiamo sia riconducibile a Dio o agli altri. Questi pensieri giudicanti sono spesso chiusi dentro di noi a dispetto di un comportamento esterno apparentemente tranquillo e formalmente corretto. L’incontro con il Vangelo crea in noi un ordine nuovo, nel quale ogni esperienza, soprattutto quella che fa emergere i nostri limiti e fragilità, non è interpretata con un pensiero giudicante che alimenta la diffidenza, il rancore, la divisione, l’individualismo, ma riusciamo ad assumere un pensiero che ci fa accettare noi stessi e gli altri con animo gentile e costruttivo; per cui le differenze di punti di vista, di sensibilità, di capacità, di competenze, non sono necessariamente motivo di contrapposizione, ma ricchezza che richiede di essere condivisa. Alla scuola del Vangelo non impariamo qualcosa in più o impariamo a fare qualcosa in più, ma impariamo a pensare positivo! Buona domenica a tutti!