Stretti nell’unico abbraccio del Padre – COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

2 Novembre 2019

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI 

Gb 19,1.23-27   Sal 26   Rm 5,5-11   

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,37-40)

Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: 

«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 

E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. 

Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Stretti nell’unico abbraccio del Padre

La vita umana non può definirsi tale solamente quando sono attive le funzionalità biologiche infatti, in questo caso, non si distinguerebbe da una pianta o da un animale. C’è un di più che la caratterizza ed è il fatto di essere segno di un amore particolare perché personale. La vita dell’uomo non è un semplice prodotto della natura ma è il frutto di un incontro, di una relazione personale. 

Per vivere non basta soddisfare le esigenze biologiche del sostentamento ma è richiesta una cura che avviene solo nell’ambito di una relazione d’amore e senza la quale la vita non è. 

Dio non solo è all’origine della nostra vita ma accettare liberamente il suo amore è anche la condizione perché essa sia immortale. Chi ama sente l’urgenza di prendersi cura della persona amata, si ricorda di lei avendola sempre presente, l’ascolta mettendosi in sintonia con il suo stato d’animo, gli viene incontro nelle sue necessità per quanto è nelle proprie possibilità. Dio ci ama così: ci dà ogni giorno la vita donandoci la Sua vita, il Suo Amore. 

La nostra vita ha bisogno dell’aiuto dell’altro; essa infatti può crescere fino alla sua piena maturazione solamente nella relazione d’amore. Vedere e credere sono i due verbi della vita. Vede chi alza gli occhi da sé stesso e li rivolge verso l’altro e credere significa tessere relazioni di fiducia, superando paure e pregiudizi.

Gesù è l’abbraccio accogliente del Padre; sulla croce ha aperto le braccia per riunirci e ha elevato le mani perché, con la sua preghiera d’intercessione, potesse essere gettato un ponte di riconciliazione. 

Gesù, il Figlio di Dio, facendosi uomo ha fatto entrare l’eternità nel tempo, il Trascendente nel limitato e con la sua morte ha aperto la via verso l’eternità all’uomo mortale. Gesù ci guida verso la pienezza del nostro tempo, un tempo senza fine come l’amore senza limiti. Oggi è necessario vivere il proprio tempo cogliendo ogni occasione per incontrare e lasciarci incontrare. Solo un tempo vissuto nell’attesa e nella realizzazione dell’incontro con Dio e i fratelli è un tempo pieno di senso perché colmo di amore e di eternità.

Vivere da risorti non è solo una condizione futura, ma una opportunità che è data oggi. Oggi il Risorto dona lo Spirito Santo, oggi elargisce con abbondanza la grazia di Dio; oggi spetta a me vivere secondo la grazia, guidato dallo Spirito per una vera fraternità. 

I defunti non appartengono al passato, ma nella preghiera, che si fa carità fraterna, loro sono presenti per noi come noi lo siamo per loro. Essi non vivono in una realtà astratta, ma sono vivi perché con la preghiera ci si dà, per così dire, appuntamento nel tempo presente per incontrarsi stretti nell’unico abbraccio del Padre celeste.

Auguro una serena giornata e vi benedico di cuore!