Tra il dire e il darsi c’è la compassione – Feria propria dell’8 Gennaio

8 Gennaio 2020

Feria propria dell’8 Gennaio

1Gv 4,7-10   Sal 71  

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,34-44)

Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta profeta

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». 

E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. 

Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Tra il dire e il darsi c’è la compassione

«Gesù vide una grande folla»: approdando sulla riva molta gente attende il Maestro. Gesù non rimane tanto impressionato dal numero delle persone, quanto dal fatto che esse sono come pecore che non hanno pastore, senza qualcuno che le protegga, che le guidi, che le contenga. Ognuno sembra far capo solo a sé stesso e fa affidamento solo sulle proprie forze. La compassione è il sentimento proprio di una madre che avverte la sua responsabilità nei confronti dei figli che le appartengono. La compassione fa parte della logica della comunione che sostiene lo stile del vivere in relazione con l’altro. Gesù coglie immediatamente il problema che fa di quella grande folla una massa di singoli individui. 

Viviamo in una cultura che esalta la libertà come assenza di vincoli e impegni, con il risultato di crescere persone che non credono nel valore della comunità o della famiglia stessa e non tollerano l’idea del “per sempre”. Facendo riferimento solamente a ciò che gratifica, incapaci di gestire le proprie emozioni, avvertono un pesante stato di confusione e di solitudine. Molti non sanno ciò che vogliono e non hanno progetti per la vita, né obbiettivi da raggiungere. 

Gesù offre la sua parola. La Parola di Dio, incarnata nella vita di chi l’ascolta con cuore aperto, agisce come la luce che permette di vedere chiaro su di sé e orienta la volontà verso alti ideali. L’insegnamento di Gesù non è un insieme di dottrine o precetti, ma la parola che apre il canale di comunicazione con Dio. La catechesi di Gesù non è un semplice “know-how” per poi lasciare che ognuno si arrangi da sé in autonomia. La Parola di Gesù insegna a parlare con Dio e ad entrare in relazione intima e profonda con Lui al fine di maturare scelte libere e mature per costruire relazioni di comunione con gli altri.

I discepoli incarnano quella parte di Chiesa che non ha compreso che il suo obiettivo non consiste tanto nel dire, fare o dare, quanto invece nel coinvolgersi e coinvolgere nel rapporto dialogico con Dio e i fratelli. 

La cultura del fai-da-te, che caratterizza anche qualche pseudo spiritualità cristiana, alimenta l’individualismo e corrode sempre di più il senso di appartenenza alla comunità, sia familiare sia ecclesiale. Entrare in una relazione di vero amore e di servizio significa sgombrare il campo dalla tentazione di confondere assistenzialismo con la cura. Il «comprarsi da mangiare» e il «dover andare comprare per dare loro da mangiare» sono due facce dell’unica medaglia dell’individualismo. 

L’insegnamento di Gesù riguarda il modo con il quale impostare la relazione di cura. 

Non basta fare l’analisi del problema e congedare dicendo: si salvi chi può; questo significa consegnare la gente, che è già divisa e isolata, a dinamiche tipiche della competizione e della lotta per accaparrarsi il meglio. 

Il vero miracolo consiste nel fatto che quei cinque pani e due pesci non sono stati oggetto dell’accaparramento, ma della condivisione attraverso le mani di Gesù che spezzano, prima e poi di quelle dei discepoli che distribuiscono. Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!