Il cammino di fede di Apollo e la catechesi permanente – Sabato VI settimana di Pasqua

12 Maggio 2018

 

 

Dagli Atti degli Apostoli (At 18,23-28)

 

Trascorso ad Antiòchia un po’ di tempo, Paolo partì: percorreva di seguito la regione della Galàzia e la Frìgia, confermando tutti i discepoli.

Arrivò a Èfeso un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, esperto nelle Scritture. Questi era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni.

Egli cominciò a parlare con franchezza nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.

Poiché egli desiderava passare in Acàia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto là, fu molto utile a quelli che, per opera della grazia, erano divenuti credenti. Confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.

 

Parola di Dio

 

La narrazione degli Atti degli Apostoli in questo punto introduce il personaggio di Apollo di cui parlerà lo stesso Paolo nella lettera ai Corinti. Apollo è un giudeo della diaspora di Alessandria di Egitto dove si era formato alla scuola di quei rabbini che leggevano la Scrittura anche alla luce della filosofia greca. In un modo a noi sconosciuto aveva ricevuto il primo annuncio cristiano ed era diventato missionario insegnando ciò che aveva appreso circa Gesù. Aquila e Priscilla si incaricarono di offrirgli una catechesi più accurata affinché potesse qualificare meglio la sua opera di evangelizzazione. In queste poche righe è descritto il cammino di fede di Apollo che da una conoscenza della vita di Gesù, arriva a credere che Gesù è il Cristo, di cui parlano i profeti dell’Antico Testamento. La vicenda di Apollo dimostra che la sola conoscenza della Scrittura non basta, ma necessita di essere approfondita attraverso una catechesi organizzata, strutturale e permanente per poter portare il vangelo ovunque ed essere utili nel rafforzare la fede in Gesù soprattutto nei momenti critici. Il fine della catechesi non è la celebrazione dei sacramenti, ma fare della persona un cristiano che si caratterizzi dal fatto di essere trasparente testimone di Cristo; un vero discepolo di Cristo non vive la fede in maniera intimistica e disincarnata dal suo tessuto esistenziale e sociale, ma sente continuamente fame del pane della Parola e sete dell’acqua viva che è lo Spirito santo.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!