I poveri i primi evangelizzati, i primi evangelizzatori – Lunedì della XXII settimana del Tempo Ordinario

2 Settembre 2019

I poveri i primi evangelizzati, i primi evangelizzatori – Lunedì della XXII settimana del Tempo Ordinario(Anno dispari)

1Ts 4,13-18   Sal 95  

+ Dal Vangelo secondo Luca(Lc 4,16-30)

Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

«Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione

e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,

a proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

a rimettere in libertà gli oppressi

e proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Il verbo credere può essere coniugato solo al presente. Se dicessi “io credevo che…” sto affermando che fino a quel momento ho proiettato fuori di me, magari su una persona o una comunità, le mie aspettative. Il verbo credere non può essere neanche coniugato al futuro subordinandolo alla realizzazione di qualche condizione. Credere è la scelta da fare oggi di accogliere e aderire all’annuncio che Cristo mi rivolge. “Oggi si compie questa parola che avete udito con i vostri orecchi”. Solo i poveri possono ascoltare con gioia il vangelo e aderire alla sua proposta di vita. Il povero è colui che, pur consapevole delle proprie mancanze, si spoglia della vergogna, altra faccia dell’orgoglio, e accetta l’aiuto che lo salva nei modi che non si aspetta. Gesù stesso cita le vicende bibliche che hanno come protagonisti una vedova di Sarepta di Sidone con il profeta Elia e il generale Naaman il Siro con il profeta Eliseo. Entrambi erano stranieri e accomunati dall’essere poveri non solo per la loro condizione d’indigenza, la prima, e d’infermità, il secondo, ma perché tutti e due, dopo una prima reazione, si fidano delle parole dei profeti, fanno ciò che era stato loro indicato e vengono salvati. 

Il povero si lascia liberare dalla prigionia della disperazione e dall’ansia, permette a Dio di guarirlo dalla cecità che gli impedisce di vedere oltre ciò che gli manca. Il povero rinuncia ad accusare, a puntare il dito, a covare la vendetta, a coltivare sogni rivoluzionari per attuare la propria rivalsa. 

Il povero accetta di condividere con Gesù il poco o nulla che ha trasformando il tempo di disgrazia in anno di grazia in cui vivere la fraternità con semplicità e fiducia reciproca. La salvezza non cala dall’alto come un fulmine, ma scende come la pioggia di primavera e la neve, che feconda la terra perché porti frutti.

Il povero, arricchito della grazia del Vangelo, diventa l’evangelizzatore per suo fratello.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!