Il servizio di carità non nasce dall’immaginazione ma dalla relazione – Martedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

7 Ottobre 2019

Il servizio di carità non nasce dall’immaginazione ma dalla relazione – Martedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Gio 3,1-10   Sal 129   

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42)

Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 

Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. 

Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Gesù, in cammino verso Gerusalemme dove morirà e risorgerà, fa sosta nella casa di amici. Essere accolti come ospiti è motivo di consolazione e chi ospita compie un gesto di carità. Una delle opere di misericordia è ospitare i pellegrini. Gesù non è propriamente un “senza fissa dimora”, non è un girovago senza meta. La famiglia nuova che sta creando attorno a se, quella composta dai discepoli che aderiscono alla sua proposta di vita, è la casa che sta costruendo per abitarla. 

La presenza di Gesù nella sua casa è fisica nel tempo del suo passaggio terreno, diventerà spirituale con la morte e la risurrezione. Questo passaggio da un modo all’altro di essere presente nella sua Chiesa ha costretto i discepoli a riflettere sul modo in cui vivere la relazione con Gesù. Il non essere più visibile ha portato qualcuno a immaginare Gesù attribuendo a lui connotati che giustificassero il proprio operato. Marta rappresenta quella parte della Chiesa di oggi che in nome di Gesù si preoccupa di tante cose tranne che incontrarlo personalmente. In questo modo si crede di rendere visibile la presenza dell’Invisibile con tante iniziative la cui origine non è nella volontà di Dio ma nel proprio volontarismo. Questo modo di vivere la chiesa, non solo esclude chi pratica così la sua fede dall’incontro con Cristo, ma diventa anche forma di distrazione per chi vive la propria fede in termini più intimi con Gesù. 

Maria invece è l’anima della Chiesa perché, attraverso l’ascolto obbediente (ob-audire, ascoltare stando sotto) della Parola, rende centrale la presenza di Gesù in sé e viva la sua memoria nella comunità. 

Il servizio, senza il contatto con Gesù nell’ascolto della sua Parola, diventa prestazione commerciale e abuso di potere perché ci si mette al posto di Gesù. L’ascolto è scegliere di stare dalla parte giusta, cioè dalla parte di chi si pone accanto al Signore per imparare da lui ad amare. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!