La via di Dio è una salita in discesa – Martedì della II settimana di Pasqua

21 Aprile 2020

Martedì della II settimana di Pasqua

At 4,32-37   Sal 92  

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,7-15) 

Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

La via di Dio è una salita in discesa

Nicodemo è l’immagine dell’uomo che è attento alla sua fede e la pensa. Nella riflessione e nella preghiera emergono interrogativi soprattutto quando ci si scontra con la complessità della vita. Con la sola intelligenza non si riesce a cogliere il senso degli eventi, soprattutto il nesso che c’è tra la sofferenza dell’uomo e la benevolenza di Dio. In un contesto d’ incertezza, come il nostro, le parole di Gesù, che indicano la necessità di rinascere dall’alto, appaiono oscure. L’anziano maestro, abituato a pensare secondo le categorie antiche, recepisce le parole del Maestro in senso moralistico, come un dover tornare indietro per ricominciare daccapo, pur certo di rimanere lo stesso. 

Gesù, il risorto, sta parlando di risurrezione, non della sua, ma della nostra. Colui che il Padre ha risuscitato, non è tornato indietro, ma è rinato diventando il primo cittadino del regno di Dio. La novità di vita, a cui fa riferimento Gesù, non è il risultato dello sforzo umano a convertirsi, intendendo per conversione un tornare indietro. La rinascita è opera dello Spirito che ci rinnova e permette un ricominciamento, non per tornare come prima ma per avanzare verso una nuova vita, incontro al futuro che ci attende. La meta futura non è la riedizione aggiornata del passato ma è il pieno compimento del presente nel quale, fermamente radicati, possiamo sentire la voce dello Spirito. San Paolo parlerebbe della nostra risurrezione come del vivere non secondo la carne, per ricadere nella schiavitù del peccato, ma secondo lo Spirito per essere liberi.

Con la risurrezione Gesù, sciolto da ogni condizionamento terreno, è entrato in una condizione spirituale di piena libertà. Gesù Cristo è presente nel mondo attraverso il suo Spirito e tramite Lui, come il vento, puoi udire la Sua voce anche senza vederlo. Rinascere dall’alto significa porci in attento ascolto della voce dello Spirito lasciandoci permeare da Lui in modo da inserirci nello stesso cammino di libertà che ha percorso il Maestro. La rigenerazione è il passaggio dal vivere per sé stessi al vivere per Dio.

Chi si fa rigenerare dallo Spirito, cioè chi si lascia guidare da Lui, diventa a sua volta spirituale e quindi veramente libero.  A quale libertà ci conduce lo Spirito? Alla libertà dell’amore che smaschera le false seduzioni del mondo e ci rivela invece il modo per conseguire la pace che il cuore desidera. Lo Spirito Santo, che ha fatto “scendere” Il Figlio di Dio nel mondo per solidarizzare con l’uomo, conduce anche noi innanzitutto a scendere nella nostra interiorità per avere compassione di noi stessi e scoprire quello che veramente desideriamo. Per realizzare liberamente quello che vogliamo dobbiamo sapere ciò che desideriamo. Lo Spirito Santo ci insegna a conoscere noi stessi. Come Nicodemo potremmo avere titoli che attestano le nostre competenze e conoscenze, potremmo pensare di sapere come va la vita e di aver imparato a cavarcela nelle situazioni difficili, ma non conoscere la verità di noi stessi: non solo chi siamo, ma soprattutto da dove veniamo, a chi apparteniamo, chi vogliamo essere, quale la direzione da dare alla nostra vita. Lo Spirito opera, in chi lo accoglie, un cambiamento interiore e invisibile che diventa manifesto attraverso lo stile di vita nuovo che scegliamo di assumere. 

Lo spirito del mondo ci istiga ad arrampicarci e a scalare, magari usando le spalle degli altri, ad approfittare per guadagnare. Lo spirito del mondo aguzza l’ingegno perché possiamo sfruttare ogni situazione a nostro vantaggio non cambiando nulla di quello stile di vita che confonde il necessario col superfluo, il vizio con il diritto. 

Lo Spirito di Dio ci fa camminare sulla via della libertà che è in discesa, non perché è più comoda, ma perché ci costringe a guardare chi sta peggio di noi, ci fa accorgere di quello che sta più in basso. Rinascere o risorgere dalla nostra miseria è possibile nella misura in cui, prendendo consapevolezza della comune condizione di povertà con i nostri fratelli, attueremo non strategie competitive ma avremo atteggiamenti pregni di compassione e solidarietà. 

Lo Spirito Santo svela l’illusione ottica: la via di Dio, quella del servizio, in apparenza umiliante ci dà l’impressione di precipitare in basso, ma in realtà è la via dell’amore che conduce in alto verso il Cielo.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!