L’amore prodigioso di Dio che muore per salvare l’uomo – Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

1 Agosto 2020

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

Ger 26,11-16.24   Sal 68  

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,1-12) 

Erode mandò a decapitare Giovanni e i suoi discepoli andarono a informare Gesù.

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».

Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.

Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». 

Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. 

I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

L’amore prodigioso di Dio che muore per salvare l’uomo

La parola del profeta, come quella del Battista, è una spada che ferisce perché denuncia l’ingiustizia. Tra le tante di Erode l’adulterio con Erodiade le riassume tutte. L’adulterio è la corruzione delle relazioni sponsale che da segno di amore oblativo che unisce due persone diventa emblema della bramosia del possesso e della ricchezza. La denuncia di Giovanni Battista getta luce sul male che, se lasciato all’indifferenza e nascosto dal silenzio complice, si ramifica e diventa cultura, cioè modo diffuso e normale di pensare e agire.

Giovanni viene ucciso per vendetta che è la rinuncia a lasciarsi giudicare da Dio. La parola del profeta non mira ad eliminare il peccatore, ma il peccato in modo che chi lo commette possa esserne libero e vivere. Il rancore covato da Erodiade e la sua insofferenza davanti all’esitazione di Erode nell’uccidere il Battista, si rivelano nel momento in cui coglie l’occasione e istiga sua figlia, anche lei fragile strumento della cattiveria umana. 

Davanti a questa storia dovremmo interrogarci sul nostro modo di reagire davanti alla parola che denuncia il nostro errore. Se ci sentiamo giudicati tireremo fuori gli artigli per difenderci. Ma se la correzione ci aiuta a conoscere e riconoscere i nostri peccati e a volercene liberare riacquistando la vera libertà, allora inizia il cammino di conversione. La parola del profeta è per la libertà non per la condanna o la vendetta.

Erode pensa che Gesù abbia raccolto l’eredità di Giovanni Battista e sia un profeta; questo spiegherebbe il fatto che compie prodigi. Gesù è un vero profeta perché il prodigio che compirà sarà quello di trasformare la morte in atto di offerta per espiare ogni tipo di peccato. Giovanni Battista è morto a causa di Erode, Erodiade e sua figlia, Gesù morirà anche per loro che sono peccatori come tutti gli uomini. Il vero prodigio è l’amore che spinge Dio a donare tutto se stesso per salvare tutti i peccatori.

Davanti alla parola della Croce non possiamo aver paura del giudizio di Dio, perché se a causa del mio peccato Gesù è morto, come tutti i profeti, egli, il Figlio di Dio morendo ha donato la sua vita affinché morendo al peccato potessimo risorgere con lui e camminare in una vita nuova. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!