Beato l’uomo che ama il suo stato di vita

11 Gennaio 2019

Beato l’uomo che ama il suo stato di vita – Feria propria del 12 Gennaio

1Gv 5,14-21   Sal 149

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,22-30)

L’amico dello sposo esulta di gioia alla voce dello sposo.

 

In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava.

Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione.

Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano, e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui».

Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

Come spesso accade, dietro ogni discussione messa in piedi per chiarire o affrontare questioni di principio, si nascondono quelle di carattere più squisitamente personali. S’intuisce la provocazione che vorrebbe innescare una polemica, già sorta tra i rispettivi seguaci, tra Giovanni il Battista e Gesù, il suo ex discepolo. Quello che viene riferito è un dato di cronaca; Gesù aveva creato attorno a se un gruppo di discepoli, alcuni dei quali avevano seguito precedentemente il Battista, e anche lui battezzava riscuotendo un certo successo. La purificazione rituale non era un’invenzione del Battista, ma era un rito presente già in molte sette ebraiche, come per esempio a Qumran; quindi Gesù non ha rubato il brevetto a nessuno. La differenza è nell’interpretazione dei fatti e dipende dal punto di vista che si assume. La posizione espressa dai discepoli del Battista riflette il punto di vista di chi si sente parte non tanto di una comunità che desidera aprirsi e includere tutti coloro che abbracciano la stessa fede e la conseguente scelta di vita, ma di una setta in cui il centro è l’individuo in continua ricerca della perfezione e dell’autorealizzazione. Naturalmente questa visione delle cose porta ad assolutizzare il proprio leader per distinguersi da tutti gli altri considerati imperfetti se non addirittura eretici.

La risposta di Giovanni Battista, spegne i dardi della polemica con l’acqua fresca e trasparente della gioia. Quello, che agli occhi oscurati dalla gelosia, appare come un traditore e antagonista, al cuore del Battista invece si rivela chiaramente il compimento dell’annuncio che lui stesso aveva ricevuto da Dio: Gesù è lo sposo che viene per prendere con sé la sua sposa, per renderla bella e introdurla nel talamo nuziale, unirsi per sempre a lei e fecondarla. Veramente grande è l’uomo, come Giovanni, quando, riconoscendo la venuta dello Sposo, gli cede il posto perché sa qual è il suo. Siamo chiamati ogni giorno a scegliere tra il cercare il posto migliore, che è sempre quello occupato da altri, oppure il posto nel quale Dio chiede di esserci per accogliere e riflettere la sua luce e diffonderla ovunque. Quante polemiche e lotte inutili si potrebbero evitare se ognuno trovasse la sua gioia nel vivere nel modo e nel posto in cui il Signore lo pone. Non ci sono stati di vita migliori di altri che garantiscono la gioia, ma essa si possiede in pienezza solo amando lo stato di vita in cui ci si trova.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!